Anticiclone delle Azzorre: è vero che sta sparendo?

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L’Anticiclone delle Azzorre - garante da sempre del piacevole clima mediterraneo – sembra sparito. Ma è davvero così? Scopriamolo insieme.

L’Anticiclone delle Azzorre è stato da sempre il regista silenzioso delle estati mediterranee, con giornate calde ma non torride, e serate piacevolmente fresche. Un clima equilibrato e gradevolissimo che oggi sembra solo un lontano ricordo… Ma cos’è l’Anticiclone delle Azzorre, e perché negli ultimi anni si sente spesso dire che sia sparito? Andiamo al nocciolo della questione.

Cos'è l’Anticiclone delle Azzorre.

Per capire cos'è l'anticiclone delle Azzorre dobbiamo fare un passo indietro spiegando, innanzitutto, cos'è un Anticiclone in generale. Si tratta di un’area di alta pressione caratterizzata da una rotazione delle masse d'aria. L’area mediterranea è da sempre contesa, se così si può dire, da due anticicloni: quello delle Azzorre e quello Africano.

Il primo prende il nome dall'arcipelago delle Azzorre - un gruppo di isole portoghesi nell'Oceano Atlantico – dove si trova il suo centro, mentre il secondo si forma e staziona sull’Africa settentrionale, in particolare sul deserto del Sahara.

Le caratteristiche dell’Anticiclone delle Azzorre sono legate alla presenza di masse d’aria miti e poco umide, grazie al contatto con le temperate acque oceaniche. A differenza dell’Anticiclone Africano, che trasporta aria rovente e secca dal Sahara, quello delle Azzorre è sinonimo di stabilità moderata: garantisce temperature gradevoli, cieli sereni e qualche sporadico temporale estivo localizzato. 

Storicamente, l’Anticiclone delle Azzorre arriva in Italia tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, portando con sé una stagione calda ma equilibrata, tenendo a bada le incursioni dell’Anticiclone Africano e regalando un clima temperato e vivibile. Questo fino agli anni ‘80.

Dov'è finito l'Anticiclone delle Azzorre: cosa è cambiato?

Negli ultimi decenni, però, qualcosa è cambiato: dalla fine del secolo scorso, le estati sono diventate progressivamente più calde, con temperature in continuo aumento e un numero crescente di ondate di calore. Questo cambiamento è strettamente legato al riscaldamento globale: l’aumento della temperatura del Pianeta – legato anche all’accumulo di gas serra – implica una temperatura di partenza più alta rispetto al passato, sia sulla terraferma che sugli oceani, che a sua volta comporta l’evaporazione di una maggiore quantità di acqua, che porta alla formazione di masse d’aria sempre più calde e umide.

Inoltre il riscaldamento globale ha anche alterato la dinamica della circolazione delle masse d’aria, portando anche più frequenti discese di aria fredda verso le Canarie e le Azzorre. 
Il risultato? L’Anticiclone delle Azzorre non riesce più ad espandersi verso est come un tempo e invece di dominare il Mediterraneo, si ritira più a nord, verso la Groenlandia, lasciando campo libero all’Anticiclone Africano, che arriva con tutto il suo carico di caldo torrido che a ragione definiamo “africano”.

Le conseguenze: caldo estremo e fenomeni violenti

Lo spostamento dell’Anticiclone delle Azzorre, un tempo scudo naturale contro il caldo eccessivo, sta modificando il nostro clima in modo evidente. Al suo posto, l’Anticiclone Africano si insedia sempre più spesso sopra l’Italia e il sud Europa, portando con sé ondate di calore roventi, siccità prolungate e temperature record. L’estate mediterranea mite e ventilata è sempre più un ricordo.

Non solo: lo squilibrio tra masse d’aria fredde e calde, acuito dai nuovi assetti atmosferici, sta favorendo un aumento dei fenomeni meteorologici estremi: quando l’aria fredda di origine sub-polare si scontra con l’aria calda e umida lasciata dal ritiro dell’Anticiclone Africano, si verificano eventi violenti come grandinate, nubifragi, trombe d’aria e alluvioni lampo, come quelli che stanno colpendo ciclicamente l’Italia.

È quindi forse esagerato dire che l’Anticiclone delle Azzorre sia sparito, ma è certo che ha perso il ruolo dominante di un tempo. Oggi è meno presente, più debole, e relegato in zone settentrionali dell’Atlantico: la crisi climatica lo ha reso più timido, meno capace di difendere il Mediterraneo dall'avanzata dell’Anticiclone Africano. Si è perso insomma quell’equilibrio atmosferico che oggi, purtroppo, stiamo stiamo rimpiangendo.

Paola Greco

Foto di apertura: immagine wirestock su Freepik